Comune di Villaspeciosa
Provincia Sud Sardegna

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Arte e Cultura - Villaspeciosa

Villaspeciosa: monumenti

 

S. Platano: la chiesa monumento dell'arte romanica – bizantina, la sagra, l'annesso parco.

La Chiesa di S. Platano sorge nell'omonimo Parco comunale, nel mezzo di un'aperta distesa campestre, al centro di uno spiazzo pavimentato in pietra, questa posizione, consente al visitatore di apprezzarne la volumetria. Fu costruita dai monaci Vittorini ( provenienti dalla Provenza ) del priorato cagliaritano di S. Saturno, secondo alcuni studiosi la costruzione risale al 1141, in quanto a partire da quella data una chiesa di “ Sancti Platani “, senza indicazione topografica, figura tra i possessi dei monaci vittorini.

La chiesa presenta un'impostazione a due navate, di diversa larghezza, chiusa da due absidi semicircolari. La facciata mostra la sua singolarità nell'utilizzo di materiali diversi: marmi bianchi e bardiglio dalle sfumature grigio azzurre, calcare, tufo trachite ecc. di provenienza romana (il sito tardo romano di S. Cromazio è a breve distanza). I frammenti di marmi bianchi talvolta conservano l'originaria decorazione, in altri casi tradiscono segni di rilavorazione.

Il culto dei Santi Platano, Antioco e della madre Rosa, fu introdotto dai monaci basiliani.

Platano ed Antioco, figli del console romano in Capadocia , esercitarono la professione di medici a Roma, divenuti cristiani, il primo subì il Martirio, mentre Antioco, sopravvissuto all'immersione nella pece bollente e successivamente abbandonato in una barca alla deriva , naufragò nell'isola di S. Antioco dove visse da eremita.

La festa aveva inizio il martedì precedente l'ultima domenica di agosto, all'alba, accompagnati dal suono della fisarmonica e launeddas, alcuni giovani si recavano in campagna per tagliare l'erba aromatica utilizzata per pulire i forni, contemporaneamente veniva preparato il pane per i tagliatori delle frasche di ontano (in dialetto abiu), attualmente pianta protetta, che sarebbero state utilizzate per erigere un pergolato attorno alla chiesa in occasione della festa, come riparo per i fedeli.

Il mercoledì , all'alba, accompagnati dallo scoppio dei mortaretti, partivano gli uomini addetti al taglio delle frasche nel greto del fiume Cixerri. Il giovedì i tagliatori erano raggiunti da altri uomini, con i carri per il trasporto in paese della legna. Il venerdì era il giorno della sagra detta de s'abiu: le donne vestite in costume, con in testa “ is crobis” ceste di paglia, piene di cibo (maccheroni, carne di pollo e pecora, vino), andavano incontro agli uomini, poi tutti insieme rientravano in paese accompagnati dal suono della fisarmonica, si fermavano diverse volte nell'abitato per ballare e cantare, arrivati davanti alla chiesa di S. Platano costruivano il pergolato poi pranzavano tutti insieme.

La domenica si svolgeva la processione, alla quale partecipava tutta la popolazione locale e fedeli provenienti dal Sulcis, secondo la tradizione dalla porta del lato sinistro usciva S. Antioco, dalle due porte frontali da quella di destra S. Platano e da sinistra S. Rosa: S. Platano era trasportato da un carro trainato da un giogo di buoi, mentre Sant'Antioco e S. Rosa erano portati a spalla. Durante la processione i fedeli cantavano i “goccius” dedicati a S. Platano, con l'accompagnamento della fisarmonica e delle “launeddas”. Nel pranzo della domenica non mancava “ sa fregua groga” fregola sarda ( impasto di semola, acqua uova, e zafferano che conferisce il caratteristico colore giallo intenso). Ia sera tutta la popolazione ballava in piazza .Il lunedì si festeggiava S. Antioco e il Martedì S. Rosa.

L'attuale sagra è rimasta immutata in quanto il comitato organizzatore predispone il programma, in modo da rispettare la tradizione, prevedendo le manifestazioni fin dal martedì, con la preparazione del pane e i balli nel Parco Comunale di S. Platano. Gli unici cambiamenti sono dovuti all'introduzione dei moderni mezzi di trasporto, trattori in luogo dei carri. per quanto riguarda il taglio e trasporto delle frasche, ( non più ontano in quanto specie protetta) Per il resto tutto è immutato.

All'ingresso del paese, sulla nuova piazza adiacente il Municipio, un murale illustra la sagra dedicata a S. Platano.

L'annesso parco di S. Platano nasce dalla volontà dell'Amministrazione agli inizi degli anni '70 , mediante l'acquisizione di una ampia area attigua al monumento romanico; con l'intento di valorizzare lo stesso monumento.

In questi ultimi anni, con l'obiettivo di valorizzarlo e renderlo fruibile, è stata restaurata la Chiesa ed il piazzale antistante e mediante diversi interventi, sono state ripristinate le fontane lungo la via del Parco, realizzato il prato verde, l'impianto d'irrigazione, messe a dimora diverse essenze arboree, è stato realizzato il palco per spettacoli e manifestazioni con le relative tribune, è attualmente in fase di realizzazione la recinzione in ferro battuto, nonché il progetto di decorazioni con la tecnica del trompe-l'oeil delle pareti esterne del Centro Culturale e sulle facciate delle citate fontane che, interamente realizzate in cemento armato non si armonizzano con l'ambiente circostante;

 

Parco Archeologico di San Cromazio

S. Cromazio ubicato nell'immediata periferia, è stato un piccolo villaggio abitato in epoca romana; dotato di terme, ed attraversato da una strada, è stato caratterizzato dalla costruzione, nel IV secolo d.c. di una chiesa addossata al precedente impianto termale. Dotata di un pavimento decorato con un meraviglioso mosaico policromo a motivi vegetali e geometrici uniti alla raffigurazione di vasi per libagioni; il più ampio in superficie trovato in Sardegna, circa mc 160. Il villaggio è stato abitato fin nei secoli successivi, finché nel VI secolo, in periodo bizantino, la chiesa è stata in parte ripavimentata con l'inserimento di un ampio pannello a mosaico con al centro la raffigurazione di un grande vaso, simile a quelli della fase precedente. A questo stesso periodo, evidentemente in relazione con la chiesa, si fa risalire l'inserimento delle sepolture. Il villaggio è sopravvissuto anche nella fase di passaggio dalla tarda antichità all'alto medioevo e si è spopolato probabilmente per il trasferimento dei suoi abitanti nell'area dell'attuale paese di Villaspeciosa.

La località di San Cromazio è già stata interessata da indagini archeologiche: la prima campagna si è svolta a metà degli anni '70, in seguito al rinvenimento del pavimento mosaicato, ma dell'intervento non è rimasta documentazione presso gli archivi comunali. Tra il 1980-1982 , sotto la direzione di Prof. Giampiero Pianu, allora giovane assistente all'Università di Cagliari, è stata intrapresa una campagna di scavo i cui studi hanno chiarito la situazione dell'insediamento e consentito l'attuale lettura storica.

Nel 1998, a cura della Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università di Sassari col supporto dell'Amministrazione comunale di Villaspeciosa, sempre sotto la direzione di Prof. Pianu, attualmente ordinario di archeologia presso la facoltà d lettere di Sassari, con lo scopo di approfondire le conoscenze sull'insediamento, individuarne con maggiore precisione le caratteristiche e le fasi di vita, sono ripresi gli scavi; una prima campagna ha avuto luogo nel luglio '98, la prosecuzione é prevista nel corrente anno.

Quest'intervento si inserisce nel progetto triennale di valorizzazione attuato di recente dall'A.C., mediante il quale è stato possibile l'acquisizione al patrimonio comunale, dell'area in questione vincolata con D.M. del 13,10.1973, della superficie complessiva di oltre tre ettari; nella recinzione dell'intero sito, con muretti a secco e a rete, nella manutenzione straordinaria della struttura di copertura, nella pulizia dell'area circostante e messa a dimora di essenze arboree.

 

Parco Ambientale naturalistico di “Cuccureddus”

Ad ovest di Villaspeciosa esiste il Complesso Mitza Cuccureddus , si tratta di un insediamento nuragico, situato a nord della strada statale iglesiente n. 130, dal Km. 21,900 dista in linea d'aria m. 650 circa.

Il sito archeologico di Mitza Cuccureddus venne in luce nel giugno del 1978, in occasione della realizzazione di un tratto di canalizzazione del II tronco ripartitore Sud – Ovest ed acquedotto integrativo per l'area di sviluppo industriale di Cagliari.

Ancor prima dell'indagine, la zona era nota per una sorgente ( mitza ), la quale risulta tutt'ora protetta e delimitata da una robusta apparecchiatura muraria medio- megalitica dal contorno planimetrico subcircolare conservata per una discreta altezza. La datazione è stata confermata, successivamente al rinvenimento di resti archeologici nell'area contigua in cui è stato operato uno scavo, che ha evidenziato la presenza di un villaggio di epoca nuragica

Congiuntamente all'insediamento nuragico esiste un patrimonio boschivo e naturalistico di notevole interesse e molto suggestivo essendo ai margini del campidano di Cagliari ed avendo quindi un belvedere che spazia tutt'intorno immersi in una antica pineta, ricca di essenze arboree autoctone in particolare: leccio, olivastro e per selvatico; già meta spontanea, per la sua suggestiva bellezza, di numerosi escursionisti che vi si recano per praticare attività sportive e per la raccolta dell'asparago e dei funghi selvatici.


San Giovanni di Seruis: Invaso artificiale sul Cixerri e zona “G”

Nel territorio di Villaspeciosa è stato realizzato dall'E.A.F. un invaso artificiale sul Fiume Cixerri; ciò ha comportato la perdita di una parte consistente del territorio agricolo, nonché la divisione del territorio comunale a causa della realizzazione dello stesso. L'invaso con il suo suggestivo specchio d'acqua ha comunque determinato una presa di coscienza per la valorizzazione in termini ambientali delle aree residue e limitrofe. L'Amministrazione Comunale, recependo prontamente tale mutamento del territorio e valutandone di conseguenze le potenzialità, ha istituito la zona omogenea “G” per attività a carattere ricreativo, sportivo e per il tempo libero, nel vigente P.U.C., sin dalla sua prima adozione nel 1993. Essendo parte del territorio in zona “G” di proprietà comunale, è stato adottato un Regolamento per la concessione di dette aree a operatori del settore. Ora con i benefici di cui all'art. 19 della L.R. n. 37/98, si ipotizza una reale possibilità di concretizzare quelle che sono state da subito le intuizioni ed i programmi su un'area di grande pregio ambientale.

Si ricorda, tra l'altro la presenza dei ruderi dell'antica chiesetta di san Giovanni di Seruis, posta sulle rive del lago, nonché il compendio ambientale della dismessa polveriera militare di san Giovanni (abituale ritrovo degli appassionati di guerra simulata provenienti da tutta Italia).

Esiste, inoltre, l'interesse di alcuni operatori per la realizzazione sulle aree in zona “G” di un acqua park, nonché di un pista regolamentare per gare ufficiali di Go-Kart.

 

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